3,06 – sabato 28.11.2009

12 Novembre 2009

volantino

CARICO SOSPESO rinnova l’appuntamento annuale di novembre… una serata per ricordare Franco, per rompere il silenzio verso tutte le morti sul lavoro, per creare una rete di solidarietà che faccia sì che non succeda mai più…

3,06 è il freddo dato statistico medio di caduti sul lavoro, senza contare le migliaia di invalidi permanenti ogni anno; sta a significare che ancora oggi di lavoro si muore o si rimane invalidi per tutta la vita. Ogni giorno sempre di più sia lavoratori italiani che stranieri vengono immolati sull´altare del profitto e della facile retorica di circostanza.

Le morti sul lavoro rappresentano uno stillicidio continuo che colpisce la società reale. Gli infortuni come tutti gli eventi che investono la salute di chi lavora non sono il frutto del caso, della fatalità, dell´ineluttabilità, né possono essere banalmente attribuiti all´imperizia ed alla disattenzione dei lavoratori: sono causati da uno scarso radicamento complessivo della cultura della sicurezza, da un sistema generale di formazione,  prevenzione, vigilanza non adeguato alle esigenze e alle necessità.

Ma anche da una produzione e da una organizzazione del lavoro fondata su di una ricerca esasperata della produttività, su ritmi di lavoro sempre più intensi, su appalti e subappalti fondati sul massimo ribasso, sul profitto attraverso la riduzione continua dei costi, a partire proprio da quelli per la sicurezza, da una mancanza inoltre di supporto alla valutazione e gestione dei rischi ed alla formazione nei confronti delle microimprese. Anche in tempi di crisi, non si puo’ risparmiare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Artisti

Segnalata tra i migliori nuovi talenti del jazz italiano nella classifica“TOP JAZZ 2002”, Alessandra Franco si esibisce in Italia come cantante di jazz, musica etnica (in particolare fado portoghese, tango e canzoni da diverse parti del mondo: dal Sud America, a Capo Verde, alla Grecia e Balcani, alla Russia, a Napoli) e musica improvvisata, collaborando con diversi artisti (danzatori, attori, scultori, performers) nella creazione di nuovi spettacoli e performance.
Attiva anche nel campo della ricerca vocale, collabora con gruppi di musica elettronica ed ha al suo attivo diverse incisioni e collaborazioni con musicisti di jazz quali: Dino Saluzzi, Anya Lechner, U.T.Gandhi, Giovanni Maier, Andrea Allione, Nevio Zaninotto, Zeno Derossi, Riccardo Morpurgo, Bruno Romani, Flavio Davanzo, Maurizio Ravalico, Eduardo Contizanetti, Daniele Dagaro, Giuliano Tull, Andrea Lombardini, Ermes Gherardini, Marco Collazzoni, Stefano Solani, Alessandro Cristilli, Alessandro Ricci.

Sergio Giangaspero, chitarrista, dopo aver iniziato gli studi classici, scopre sin da giovanissimo una grande passione per la musica brasiliana: si specializza, dunque, sulla letteratura musicale popolare e d’autore del Brasile. Ha suonato e suona con diverse formazioni, e accosta al consolidato repertorio brasiliano, anche le musiche tradizionali e caratteristiche di altri paesi e culture (dal Fado portoghese al Tango argentino, dalle Canciones spagnole alla musica Yiddish). L’energia della sue interpretazioni trova l’espressione più diretta nella cura degli arrangiamenti e nella pertinenza delle scelte stilistiche: ogni pagina riflette le atmosfere della terra di cui è testimone. La saudade brasiliana è qualcosa di intraducibile per chi abita in Europa; anche l’allegria di quel Paese porta con sé una condizione del vivere, un’esperienza che va al di là del nostro comune modo di sentire. Qualunque sia la formazione, dalle interpretazioni di Giangaspero, solitamente curatore degli adattamenti ai diversi organici, si stagliano i colori, i movimenti, le nostalgie, gli umori della terra di Rio e Bahia. Ha collaborato e collabora con Alessandra Franco, Denise Dantas, Ornella Serafini, Martina Feri, Sara Piran, Andrea Zullian, Luca Demicheli, Pai Benni e molti altri.

Formatosi nella primavera dell’ormai remoto 2001, il gruppo musicale The Rebus propone un repertorio di composizioni proprie che possono essere globalmente catalogate come hard rock progressive. Tutti i componenti del complesso, a questo punto mediamente più che trentenni, vantano diversificate esperienze musicali con formazioni più o meno note nel panorama artistico friulano con qualche sporadico ammiccamento anche al Veneto, alcuni nomi in particolare Treno degli Specchi, Ronin, Hot Room, Sioux Age, Dear & I e i più recenti Corente Kontinua, senza togliere assolutamente meriti ad altre interessanti e costruttive singole collaborazioni.
Il combo ha all’attivo quattro anni abbondanti di concerti dal vivo ripartiti tra locali, birrerie, festival e concorsi; di particolare rilievo sono da menzionare un ottimo secondo piazzamento (su cinquanta gruppi concorrenti) al concorso per complessi musicali tenutosi a Palazzolo dello Stella (Ud) nella primavera del 2003 e la partecipazione ad un’importante kermesse contro l’amianto svoltasi nell’estate del 2003 a Staranzano (Go) che, tra gli altri, ha visto partecipare anche Elisa, cantante nostrana di notorietà internazionale che non necessita certo di presentazione. La band ha inoltre inciso due lavori discografici completamente autoprodotti e autodistribuiti, il primo omonimo risale al 2002 mentre il secondo, dal titolo “Acroterius”, è stato registrato a cavallo tra il 2004 ed il 2005.

Il gruppo Soul Circus nasce nel maggio del 2002 dalla necessità di sviluppare un percorso musicale espressivo-conoscitivo, attraverso il canto degli spirituals (canto religioso dei neri afroamericani), un genere che arriva dall’anima (soul) di un popolo fiero, che mai si e’ allontanato dalle proprie radici, pur essendo stato “sradicato” con violenza dalla propria Terra Madre, L’Africa.
I coristi si differenziano per età, esperienze musicali e credo religiosi ma li unisce un unico denominatore comune: la passione e l’amore per il canto.
Nelle sue esibizioni il gruppo è coadiuvato dall’operato di un pianista, due percussionisti ed un direttore d’esecuzione; quest’ultimo, il maestro Massimo Devitor (anche fondatore del gruppo), è cantante professionista votato alla cura delle singole voci e dei manierismi propri dell’interpretazione Gospel, permettendo ai cantanti di esprimersi sviluppando lo “strumento primo”, la voce , approfondendo anche gli aspetti della stessa che in ambito classico sono misconosciuti.

Lucio Cosentino inizia lo studio della batteria nel 1978 perfezionandosi presso il conservatorio “Tartini” di Trieste. Suona con vari gruppi anche di fama internazionale incidendo alcuni dischi: RUNNING STREAM (2 dichi vinile) , FLEXI GANG (Troppa confusione, vinile) , ESTENSIONE EST ( 1 cassetta). Dal 1991 si avvicina alla cultura e alla musica tradizionale africana attraverso lo studio del djembe seguendo gli insegnamenti di BRUNO ROSE GENERO. Perfeziona la sua tecnica direttamente in Africa con il Maestro SAIDOU D. (BURKINA FASO) e con il musicista “griot” KISSIMA DJABATE (SENEGAL) e con i Maestri MAMADY KEITA, FAMADOU KONATE, SOULEYMANE CAMARA'(GUINEA) e i solisti del “Ballet National” in MALI. Nel 1995 assieme ad altri musicisti forma il gruppo dei “FROA” e poi dei “JARABI'” esibendosi in diverse manifestazioni nazionali anche con il supporto di danzatrici. Collabora con il danzatore ADAILTON DE SOSA BARBOSA per la realizzazione dello spettacolo “Candomblè'”(rappresentazione delle divinità afro-brasiliane) messo in scena al Teatro Comunale di Ferrara nel 1996. Assieme ad altri soci forma l’associazione culurale “RITMI URBANI”(di cui è presidente) per lo studio e la divulgazione delle culture degli altri popoli. Con viaggi in GUINEA oltre allo studio delle culture Susu e Malinkè si è occupato di portare aiuti umanitari nei villaggi.

Ousmane Bangoura, originario della Guinea, dall’età di dieci anni nel mondo delle percussioni, nel ’96 fonda il gruppo di gongoma (strumento tradizionale dell’etnia Susu) e canto Les espoire de Coronthie. Dal 2001 vive stabilmente in Italia, a Monfalcone, dove ha inciso il suo primo CD Sadakhui (fede nuziale in lingua susu).

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