Cerimonia 11.04.2009
14 Aprile 2009
CERIMONIA IN BANCHINA
Ricordato Cicciarella a 4 anni dalla morte
Commosso appello del fratello del portuale deceduto:
«Occorre più sicurezza»
I familiari, gli amici e i lavoratori del porto si sono ritrovati ieri all’interno di Portorosega ieri per deporre un mazzo di fiori e ricordare Franco Cicciarella, operaio portuale rimasto vittima, a soli 39 anni, l’11 aprile del 2005 di un tragico incidente sul lavoro.
A differenza di quattro anni fa, Portorosega ieri non era battutto dalla bora, ma avvolto in un sole primaverile che però non è riuscito a sciogliere il dolore dei presenti.
Nell’arco di 12 mesi, ha del resto ricordato il fratello di Franco Cicciarella, Emilio, che poi si è interrotto per la commozione, hanno perso la vita altri tre lavoratori: l’operaio croato di origine bosniaca Jerko Yuko e il dipendente di Fincantieri Mauro Michele Sorgo, rispettivamente nell’aprile e ottobre del 2008, e poi ancora il lavoratore della Compagnia portuale, distaccato nel parco legname della cartiera di San Giovanni di Duino, Mauro Burg lo scorso gennaio.
«Non è possibile che incidenti del genere accadano ancora, oggi», ha affermato Emilio Cicciarella davanti alla targa murata su una parete della cabina Enel adiacente al terminal-auto della Cetal, in prossimità del luogo del mortale infortunio, scoperta nel 2007. La cerimonia di ieri,
di fatto disertata da rappresentanti istituzionali e politici (se si esclude il consigliere comunale di Rifondazione comunista Luigi Bon di Ronchi), è stata organizzata dall’associazione ”Carico sospeso-Coordinamento Franco Cicciarella per i diritti a un lavoro sicuro” non solo per ricordare un amico e un parente, ma per invitare tutti a riflettere su come si possa, ancora oggi, in Italia morire di lavoro per cause che potrebbero essere evitate da un’adeguata cultura della sicurezza.
«Ogni giorno in Italia, domeniche comprese – spiega l’associazione, che sta continuando la sua battaglia per un lavoro sicuro -, si verificano in media quattro incidenti mortali sul lavoro, spesso per carenza del rispetto delle misure di sicurezza da adottarsi nei luoghi di lavoro».
Il Piccolo, 12/4/2009
Cerimonia in porto con Carico sospeso in ricordo di Cicciarella
L’associazione Carico sospeso: coordinamento Franco Cicciarella per i diritti a un lavoro sicuro ha ricordato ieri mattina al porto di Monfalcone la memoria di Franco e il tragico infortunio in cui perse la vita.
L’associazione è stata costituita dagli amici e dai familiari uniti da un profondo dolore e da un sentimento di grave ingiustizia per quanto accaduto, l’11 aprile 2005, quando Franco Cicciarella operaio portuale rimase vittima di un tragico incidente sul lavoro.
Ieri, davanti alla targa commemorativa, collocata in porto dopo un intenso lavoro di mobilitazione popolare, si sono ritrovati i familiari di Franco, gli amici, semplici conoscenti e alcuni dipendenti del porto per sensibilizzare all’opinione pubblica, ma anche ai politici e alle istituzioni che il ricordo individuale, di un operaio peraltro estremamente sensibile alle problematiche della sicurezza sul luogo di lavoro è imprescindibile da una forte condivisione con l’intera collettività di un dramma che travalica i confini del dolore personale, essendo fortemente connesso con problemi collettivi, dell’intera società, come testimonia il continuo perpetuarsi di incidenti e morti sul lavoro.
Nel momento del ricordo hanno invitato tutti a riflettere su come si possa, ancora oggi, in Italia “morire di lavoro” per cause che potrebbero essere evitate da una adeguata cultura della sicurezza.
«Ogni giorno in Italia, domeniche comprese – ha detto il presidente dell’associazione, Emilio Cicciarella, fratello di Franco –, si verificano in media quattro incidenti mortali sul lavoro, spesso per carenza del rispetto delle misure di sicurezza da adottarsi nei luoghi di lavoro, senza dimenticare che, troppo spesso, almeno ufficialmente, questo era anche il loro primo giorno di lavoro».
Da ricordare che la realtà industriale del nostro territorio ha visto morire sul lavoro, in quest’ultimo anno, tre persone: due operai nel cantiere navale di Monfalcone e uno nella Cartiera Burgo di San Giovanni di Duino. L’incontro è servito anche per ricordare tutte le altre vittime degli incidenti sul lavoro.
Messaggero Veneto, 12/4/2009