Cronaca – 29.02.2008
29 Febbraio 2008
La tragedia questa notte. Un portuale della Culmv cade dalla coperta di una portacontainer
Immediata la protesta dei lavoratori che hanno indetto 48 ore di sciopero
Genova, muore un portuale
Sciopero nazionale in banchina
Corteo per le strade del centro. Alla testa il sindaco e il presidente dell’Autorità
Anche il padre morì in porto. E’ il settimo incidente mortale negli ultimi 12 anni nello scalo
Le auto dei soccorritori a Calata Sanità
GENOVA – Cade dalla coperta di una nave: muore un portuale della Culmv, Compagnia unica lavoratori merci varie. Fabrizio Cannonero, 39 anni di Prà, padre di un bambino di 4 anni, ha perso la vita questa notte dopo l’una nel porto di Genova. E’ precipitato mentre stava lavorando attorno ad un container poco prima che la gru lo scaricasse dalla Mol Renaissance, battente bandiera liberiana, attraccata al terminal Sech di Calata Sanità. Forse ha perso l’equilibrio; forse è stato colpito da un gancio. E’ caduto da un’altezza di ventri metri finendo sulla banchina: è morto sul colpo.
Anche suo padre morì sulle banchine del porto di Genova in un infortunio sul lavoro quando Fabrizio era ancora un bambino.
Fermi tutti i porti.
Immediata la reazione dei sindacati che hanno proclamato uno sciopero nazionale in tutti i porti secondo orari che le federazioni Cgil-Cisl e Uil decideranno localmente. Bloccato da stamane lo scalo genovese per 48 ore. Momenti di tensione all’ingresso della scalo quando qualche camionista ha tentato di forzare il blocco ma è stato dissuaso in maniera severa e ferma dai portuali. Il primo a raggiungere la banchina è stato Paride Batini, leader storico della Culmv. Gli operai del porto sono scesi in corteo lungo le strade del centro della città per raggiungere la Prefettura e protestare contro la carenza di sicurezza sui posti di lavoro. Alla testa della manifestazione il sindaco Marta Vincenzi e il neopresidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo. Probabile uno sciopero nazionale in tutti i porti italiani.
“Subito decreti sicurezza sul lavoro”.
“Ci vuole una svolta culturale nel paese”, suggerisce Fausto Bertinotti. “Siamo nel sessantesimo anniversario della Costituzione repubblicana”, dice il presidente della Camera parlando alla trasmissione televisiva Unomattina. “Nell’articolo 1 è scritto che la Repubblica è fondata sul lavoro: facciamo che sia davvero così”. Simile il commento di Gianni Pagliarini, presidente della commissione lavoro della Camera: “Il Governo deve subito convocare un Consiglio dei ministri per presentare i decreti attuativi necessari a perfezionare e completare il nuovo Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro”. Proprio ieri, beffardo segno del destino, il presidente dell’Autorità portuale di Genova Luigi Merlo e il console Paride Batini, presidente della Culmv, si erano incontrati per parlare di sicurezza in porto. “Emerge chiaramente – ha detto Luigi Merlo – una responsabilità della politica nel ritardo della riforma della legge sulla gestione dei porti. Servono norme che garantiscano un giusto equilibrio nei rapporti tra autorità, lavoratori e imprese, servono poteri sanzionatori molto più incisivi per i gestori dei porti”.
Sette incidenti mortali in 12 anni.
Quello di stanotte è il settimo incidente mortale avvenuto negli ultimi dodici anni nel porto di Genova. La sesta morte bianca direttamente legata all’esercizio di funzioni portuali era stata quella di Enrico Formenti, uno dei responsabili operativi del terminal Forest, schiacciato da una balla di cellulosa da due tonnellate caduta da una pila alta otto metri, il 13 aprile scorso.
Bufera giudiziaria in porto.
Da settimane, il porto di Genova è nella bufera. L’inchiesta che ha portato all’arresto del presidente del Consorzio autonomo, Giovanni Novi, ha lambito anche la Culmv e il suo console Paride Batini. E, proprio nei giorni scorsi, all’interno della Compagnia dei portuali è esploso il dissenso sulla gestione del lavoro e dei rapporti interni. Due giovani soci alla testa della fronda, sono stati sospesi dalla direzione della Compagnia, ma la polemica è rimasta forte. La tragedia di oggi (dopo quelle dei mesi scorsi) rischia di alimentare il caos.